Il presidente del Consiglio Draghi ha conferito al Senato sulla questione dell’invio di armi in Ucraina.
Come preannunciato, Mario Draghi si è presentato in Senato tenendo un discorso sulla situazione della guerra in Ucraina e sull’invio di armi da parte dell’Italia. Un’informativa che tocca tutti i tempi dalla situazione militare a quella umanitaria, alimentare ed energetica: «La guerra è giunta al suo 85esimo giorno, ma la speranza da parte dell’Esercito russo di conquistare il paese si è scontrata con la convinta resistenza da parte dell’Ucraina. L’avanzata russa procede molto più lentamente del previsto, le forze ucraine hanno ripreso il controllo di Kharkiv e riescono ad evitare l’occupazione di Donetsk».
Purtroppo però in questi giorni c’è stata la resa di Mariupol e continua a crescere il numero di vittime e di sfollati. «Sono stati individuati 9 mila corpi a Mariupol e sono state rintracciate fosse comuni nei dintorni di Kiev. Il numero di sfollati interni è arrivato a 7,7 milioni di persone, circa 6 milioni, soprattutto donne e minori, hanno lasciato l’Ucraina per andare in paesi vicini, quasi un cittadino su 3 ha lasciato la propria casa» ha informato il premier Draghi.
Una situazione drammatica che si può espandere e diventare mondiale se si considera l’emergenza alimentare. La mancanza del grano causata dalla guerra nei due maggiori produttori di grano al mondo, mette a rischio di fame molti paesi. Sono 26 i paesi che dipendono completamente da Ucraina e Russia e se la guerra continuerà la carestia sarà annunciata. «Per impedire che la situazione umanitaria si aggravi dobbiamo raggiungere rapidamente un cessate il fuoco, è la posizione italiana ed europea che ho espresso anche al presidente Biden. La nostra posizione è ancorata nell’area atlantica e dell’Unione europea» ribadisce Draghi.
Dall’invio di armi alle energie rinnovabili
Un altro punto fermo del presidente del Consiglio che ci tiene a ribadire è la necessità di inviare le armi all’Ucraina in risposta alle polemiche sollevate dai neopacifisti in Parlamento. «Se oggi è possibile discutere di pace e di dialogo è perché l’Ucraina ha potuto difendersi” chiarisce il premier. Ringrazia così tutta la maggioranza e la principale forza di opposizione che ha dato il sostegno in questa crisi.
Infine, per quanto riguarda il gas e la sostituzione di fonti energetiche, Draghi assicura che l’obiettivo è quello di investire nella produzione delle rinnovabili oltre alla fornitura di gas naturale. “L’energia rinnovabile è l’unica strada per affrancarci dalle importazioni di combustibili fossili e rendere lo sviluppo davvero sostenibile“. Poi ha assicurato che potremmo essere indipendenti dalla Russia dalla seconda metà del 2024. “Abbiamo stanziato 30 miliardi di euro solo per quest’anno, per far fronte all’emergenza energetica, concentrandoci sulle famiglie delle fasce economiche più deboli e sulle imprese a grande consumo energetico».